Marcenaro Giuseppe - 2017 - Scarti: Appunti, lettere, scartafacci. Viaggio nel regno dimenticato della letteratura by Marcenaro Giuseppe

autore:Marcenaro Giuseppe [Marcenaro Giuseppe]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary Criticism, General, critica letteraria, Generale
ISBN: 9788865765562
Google: 7yhhDwAAQBAJ
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2017-02-01T23:00:00+00:00

Tuffati Esterina, ti renderò immortale

Fu durante uno dei tanti pomeriggi di chiacchiere a monoargomento, quasi maniacale, sul suo celebre e antico amico, che Esterina Rossi estrasse da un cassettino due biglietti tanto iperpiegati su se stessi da essere ridotti a formato francobollo. Rassomigliavano a origami schiacciati, carte di caramelle tormentate da mani nervose. Avevano la sostanza delle ostie, sul punto di spezzarsi lungo le insistite pieghe.

Soltanto una volta cambiammo tema: una crociera intorno al mondo che lei, a quasi ottantanni, voleva intraprendere. Fu vibratamente sconsigliata. Il celebre antico amico diceva che era la solita matta. Partì con una bellissima nave dove, assieme a intrepidi e molto anziani passeggeri, imbarcarono anche bare di lusso. Tornò vispissima, con un panda di peluche più grande di lei comprato a Hong Kong.

I due bigliettini evocavano una remota storia. Il primo: «Ho piacere che lei abbia ricevuto in tempo il mio libro. Spero di rivederla in condizioni di ottimo funzionamento e più abile tuffatrice che mai. Io sono qui tutto spellato per il mio 2º bagno, e unto e bisunto di cold-cream e di vaselina. Posso proprio cantare la canzone spagnola: “Ahi, ahi, ahi… caramba come brucio!”. Ho mangiato un pezzetto del suo dolce e ho esclamato “augh” come i pellirosse. E infatti sono rosso come un gambero. Cara Scugnizza, si ricordi talvolta del suo papà bis che le augura ogni bene».

La destinataria aveva allora vent’anni. Si tuffava nel mare di Quinto, nei pressi di Genova, esibendo la propria sventata bravura per un pubblico attonito di bagnanti su una spiaggia trasformata in platea. Tra gli spettatori, con un asciugamani bianco sulle spalle per evitare scottature, un giovane uomo – della razza di chi rimane a terra – la guardava in controluce. La tuffatrice come una nube grigiorosea. Il giovane uomo si avviava sulla strada della poesia. Aveva accumulato un po’ di versi dal titolo ancora provvisorio: Rottami. Sarebbero diventati il suo primo libro, pubblicato nel 1925 da Piero Gobetti, editore in Torino. Preso però da passion predominante, vagheggiava le tavole del palcoscenico. La morte del maestro lo depistò da una promettente carriera di baritono. Gorgogliò comunque note per tutta la vita. In tarda età affondava la memoria nei teatri genovesi dove aveva assistito alle prestazioni di stonate celebrità, per le quali, pur di ascoltare qualunque scalcagnato strazio d’ugola, faceva il claqueur. L’esordio giornalistico lo ebbe da negro, sul Piccolo di Genova. Scrisse la recensione alla prima del Mameli di Leoncavallo, firmata da Vittorio Guerriero, il critico titolare che, svogliato, sembra non avesse capito niente di quanto era avvenuto al Teatro Carlo Felice.

La tuffatrice fu l’ispiratrice di una poesia del giovane uomo, intitolata Falsetto, in cui si riassume tutta la gioia vitale della spericolata scugnizza: «Esterina, i vent’anni ti minacciano…». L’ardore eccitato per la musica premeva il poeta. I genitori di Esterina Rossi possedevano un palco al Teatro Margherita, sala che ospitava prevalentemente operette, e, con generosa disponibilità, consentivano la chiave agli amici della vivacissima figlia.

Il secondo dei bigliettini. «Cara Esterina, potrei avere per questa sera,

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